Romana Maceri

Il registro di carico e scarico, i modelli e come compilarlo

Tempo di lettura:  6 min

 

In questo articolo entreremo nel dettaglio di come si compila correttamente un registro di carico e scarico.

In effetti sembra che la compilazione del registro di carico e scarico sia un’operazione piuttosto ostica, certamente non un procedimento banale e intuitivo.

Quello che segue è un articolo pratico in cui ti aiuteremo a levare lo stress da compilazione del registro, infatti il registro di carico e scarico insieme al deposito temporaneo dei rifiuti sono tra le prime cose che vengono controllate durante una verifica ispettiva da parte delle autorità e può quindi generare una certa apprensione.

Sei pronto?

Iniziamo!

 

Il registro di carico e scarico

Il registro di carico e scarico insieme al formulario di identificazione dei rifiuti (FIR) rappresentano i documenti di tracciabilità dei rifiuti.

Solo alcuni soggetti sono obbligati alla compilazione del registro:

  • I produttori di rifiuti speciali pericolosi, inquadrati sotto forma di ente/impresa;
  • i produttori di rifiuti speciali non pericolosi di tipo artigianale o industriale;
  • i produttori di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dalla potabilizzazione o dal trattamento depurativo delle acque.

Sono esclusi da questo obbligo i produttori di rifiuti speciali pericolosi non inquadrati sotto forma di ente/impresa: dentisti, tatuatori, veterinari. Nel loro caso è sufficiente conservare in ordine cronologico i Formulari di Identificazione dei Rifiuti degli ultimi cinque anni.

Ci sono due modelli di registro, il modello A e il modello B, quello che interessa i produttori è il modello A, mentre il modello B è riservato ai commercianti e intermediari di rifiuti.

Prima di vedere nel pratico come si compila correttamente un registro ci sono alcune ultime importanti informazioni che devi sapere:

  • Il registro di carico e scarico deve essere numerato e vidimato dalla Camera di Commercio territorialmente competente e gestito con procedure molto simili a quelle dei registri IVA;
  • i registri devono essere conservati presso ogni unità locale di produzione;
  • Il registro può essere tenuto anche in forma informatica, l’importante è che oltre ad avere le pagine vidimate e numerate presentino denominazione e codice fiscale dell’azienda;
  • sul registro vanno annotati tutti i movimenti di carico e scarico dei rifiuti, riferiti ad ogni singolo formulario, che dovrà anche essere allegato;
  • per movimento di carico si intende la produzione del rifiuto, per movimento di scarico si intende invece il conferimento del rifiuto a soggetti terzi autorizzati.

Entrambe le operazioni devono essere registrate entro 10 giorni dal loro verificarsi.

Come compilare il registro di carico e scarico modulo A

Frontespizio

La pagina iniziale, quella che deve riportare le informazioni relative a:

  • Ditta: ragione sociale, residenza e domicilio, codice fiscale e partita IVA, indirizzo di svolgimento dell’attività;
  • attività svolta: barrando una o più voci presenti —– produzione, trasporto, smaltimento, recupero, intermediazione e commercio. Il successivo campo ‘’Tipo di attività’’ è riservato alle sole imprese che effettuano operazioni di recupero e smaltimento;
  • numero di registrazione: data della prima e dell’ultima registrazione annotata su quello specifico registro.

Il frontespizio si chiude con un elenco delle caratteristiche dei rifiuti, indicando stato fisico e classe di pericolo. Si tratta di un semplice vademecum da utilizzare per le pagine interne del registro.

Prima colonna

Per prima cosa è necessario barrare il tipo di movimento al quale ci stiamo riferendo (carico o scarico) indicando poi la data di registrazione.

Nel caso di movimento di carico la data coincide con quella di produzione del rifiuto, nel caso di movimento di scarico con quella di affidamento del rifiuto a terzi autorizzati.

Al movimento è necessario attribuire un numero progressivo.

Nel caso di movimento di scarico vanno indicati anche:

  • Il numero del formulario relativo al rifiuto in questione con data di emissione;
  • il numero progressivo dell’operazione di carico a cui lo scarico si riferisce.

Seconda colonna

La sezione in cui si identifica precisamente il rifiuto attraverso alcune caratteristiche:

  • Codice CER;
  • descrizione del rifiuto;
  • stato fisico
  • classi di pericolosità

Se vuoi approfondire l’argomento riguardante la classificazione dei rifiuti ti rimandiamo a questo articolo: Classificazione dei rifiuti, tutto quello che il produttore deve sapere.

Per i soli movimenti di scarico, in questa sezione, si dovrà indicare anche il destino finale del rifiuto, con la lettera ‘’’D’’ seguita dall’apposito codice numerico in caso di smaltimento oppure dalla lettera ‘’R’’ sempre seguita dall’apposito codice numerico in caso di recupero.

Terza colonna

In questa sezione del registro si indica la quantità dei rifiuti, espressa in Kg, in Litri o in Metri cubi.

Se non fosse possibile indicare una quantità precisa, verrà indicata quella stimata e una volta che si conoscerà la quantità effettiva la si potrà annotare nella 5° colonna, dedicata alle annotazioni.

Quarta colonna

In questa colonna si indica il luogo di produzione del rifiuto, se la gestione del rifiuto è stata affidata ad un intermediario o commerciante specializzato, questo va segnalato indicando: denominazione, sede, codice fiscale e numero di iscrizione all’Albo Gestori Ambientali.

Quinta colonna

Come anticipato prima questa è la sezione dedicata alle annotazioni, qui si possono scrivere eventuali correzioni, il peso reale nel caso in cui nella terza colonna è stato scritto un peso stimato, inoltre è possibile riportare in questa sezione anche l’eventuale respingimento totale o parziale del carico.

 

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